sabato 14 novembre 2009

Venezia Sestriere San Marco

Palazzo Ducale
Monumentale accesso al Palazzo era la Porta della Carta, mirabile esempio di stile gotico fiorito che immette nel cortile interno, nel mezzo del quale si trovano due vere da pozzo in bronzo. Il cortile é cinto dai portici con loggiato superiore. Nel corpo di fabbrica del lato orientale si inserisce la Scala dei Giganti, così detta per le due enormi statue, opera del Sansovino, poste ai lati. La scala immette nel loggiato, ma per accedere ai piani superiori si sale la Scala d'Oro, così detta perché ornata da una fastosa decorazione di affreschi e stucchi dorati. Il Palazzo Ducale era la sede politica della Repubblica ed é ancora l'espressione più alta dell'arte veneziana. Era anche Residenza del Doge e sede delle principali magistrature dello Stato. Percorrendo gli ambienti, appare, tra pittura e scultura, il compendio della storia e della gloria della Repubblica di Venezia. (turismovenezia.it)




La Basilica di San Marco

Il più maestoso dei monumenti veneziani, e quello che più di ogni altro rappresenta la grandezza di Venezia, è senza dubbio la Basilica di San Marco. Fu realizzata nell'arco di molti secoli, trasformata varie volte e arricchita di tesori e manufatti preziosi, spesso provenienti dal lontano oriente. Nella sua architettura, che è insieme bizantina, romana e veneziana, si riconosce l'opera di artisti e artigiani di origini diverse. Si può considerare un vero e proprio laboratorio, un organismo vivente che si è sviluppato e trasformato nei secoli. La basilica di San Marco venne edificata sui resti delle prime due chiese, nel luogo dove la leggenda riferisce che un angelo indicò a San Marco, in navigazione verso Roma, il luogo della sua sepoltura. I mercanti veneziani, sulle rotte d'oriente, si fermavano spesso ad Alessandria, per pregare sul sepolcro del santo. E, nell'828, furono proprio due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, a trafugarne le spoglie e a trasportarle in nave fino a Venezia, dopo averle nascoste in una cesta di ortaggi e maiale per sfuggire ai controlli dei musulmani. Quando il corpo del santo giunse a Venezia, fu accolto trionfalmente e il doge ordinò la costruzione di una nuova chiesa come suo sepolcro.




La decisione del doge si rivelò una scelta strategica e determinante per la prosperità di Venezia: bisogna pensare che nel medioevo, il possesso delle reliquie di un santo era fonte di immenso guadagno per una città. Intorno alla venerazione, a volte soltanto di una piccolissima reliquia, fiorivano il commercio e gli scambi culturali. Essere in possesso dell'intero corpo di un evangelista era, per Venezia, un fatto veramente eccezionale. Il simbolo di San Marco, il leone alato armato di spada, fu adottato come emblema della città. Un simbolo semplice, adatto anche a rappresentare le virtù civili, la forza, il coraggio. La facciata della basilica è un capolavoro della scultura gotica, una composizione ricchissima di colonne, archetti, cuspidi e rilievi che, come in tutte le chiese medioevali, rappresentano spesso personaggi, mestieri o scene della vita quotidiana. Vi compare persino un vecchio che si morde la mano: pare che si tratti dell'architetto della basilica, che fu sollevato dal suo incarico quando si lasciò sfuggire che sarebbe stato in grado di costruirla ancora più bella. (italyguides.it)





La Piazza San Marco

A forma trapezoidale, é racchiusa nei due lati lunghi nella sequenza delle Procuratie, definite vecchie e nuove per la cronologia di costruzione degli edifici posti sulle arcate del porticato terreno. Nel lato nord della Piazza si svolgono le Procuratie Vecchie, conservando ancora i caratteri rinascimentali. fa seguito l'Ala Napoleonica, edificata nel 1810 dall'architetto Giuseppe Soli, in luogo della demolita Chiesa di S.Geminiano, opera di Sansovino. Le Procuratie Nuove si innestano nel lato ovest della Piazzetta, con la libreria di San Marco, edificata su disegno di Jacopo Sansovino e voluta dalla Repubblica per conservarvi i codici donati dal Cardinal Bessarione alla Serenissima. La torre dell'Orologio immette alla Merceria, la via che dalla Piazza San Marco conduce al Campo di San Bartolomeo. Il nome di Merceria proviene dalle molte botteghe di merci che la fiancheggiano. Oggi é il punto di vendita più qualificato di prodotti commerciali, sia di produzione locale che internazionale.





Il Museo Archeologico

Prospiciente il Palazzo Ducale, accoglie le celebri collezioni di Domenico Grimani e del nipote Giovanni. Si tratta di una pregevolissima raccolta di marmi originali greci e di una serie numismatica provenienti dal palazzo domenicale di Santa Maria Formosa. Uscendo dall'Ala Napoleonica, poco dopo la 'Bocca di Piazza', si trova la Chiesa di San Moisè, fondata nell'VIII secolo e ristrutturata nel X secolo da Mosè Venier che la volle dedicata al suo santo patronimico. Segue la Calle Larga XXII Marzo che veniva creata nel 1880 allargando la Calle San Moisè e alterando così il limitrofo tessuto urbano di edilizia minore. Attualmente tale strada costituisce un percorso, sino alla Bocca di Piazza prescelto dalle più importanti firme del settore orafo, pelletterie, e abbigliamento di livello nazionale e internazionale per esporre la loro produzione più recente e preziosa. Alla metà della Calle Larga XXII Marzo si entra, votando a destra in Campo San Fantin con la omonima Chiesa fonata nel IX secolo, ma poi ricostruita nel XVI secolo dallo Scarpagnino.



Il Teatro La Fenice

Eretto nel 1790 su progetto del Selva, si trova di fronte alla Chiesa di San Fantin. Distrutto dalle fiamme nel 1836, risorgeva, come il mitico uccello, dopo poco più di u anno con la stessa configurazione opera del Meduna. Il Teatro rispecchiava lo spirito veneziano del tempo; andato perduto a causa di un incendio nel 1996, il teatro è stato riaperto nel dicembre del 2003, dov'era e com'era.
Ritornando nella Calle Larga XXII Marzo e proseguendo si giunge in Campo di Santa Maria del Giglio o di Santa Maria Zobenigo, con l'omonima Chiesa. 'Zobenigo' trae il nome dalla famiglia Jubenigo che fece erigere la Chiesa nelsecolo X. L'interno è ad aula unica ornata con molti dipinti di artisti nel '600 e '700. Nella piccola sacrestia, oltre alle argenterie liturgiche, c'è anche un dipinto di Rubens. (turismovenezia.it)


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